Tema: Pandemia

Calma e gesso!

10/3/2020

Se avessi quattro anni, griderei dal terrazzo: C'è qualcuno? 
Mi sento galleggiare nel nulla, come la bollicina di una certa acqua minerale. Il condominio è silenzioso, come nei giorni centrali di agosto, ma nessuno è partito per le vacanze. Lievi rumori mi confermano che siamo tutti in casa, silenziosi, ripiegati sulle notizie.
Apro la portafinestra e guardo il giardino: i ciliegi ornamentali sono un'esplosione di fiori rosa, il prato è ancora basso, solo alcuni ciuffi alzano la cresta all'avvicinarsi della primavera. Nell'area giochi il cavallino vibra appena sul perno a molla, il castello di legno, lo scivolo e le scalette colorate, sono deserti. 
In un pomeriggio qualsiasi, i bambini litigherebbero per accaparrarsi le altalene, farebbero la coda alla scaletta per lo scivolo, giocherebbero a pallone sul prato o si inseguirebbero sulle biciclette, mentre i nonni, le mamme e i papà, riuniti in gruppi o seduti in fila, sulle lunghe panche, scambierebbero frasi fatte e pettegolezzi.
In un altro giorno feriale, ragazzi di qualche colore trascinerebbero carrelli di pubblicità cartacea da infilare nelle buche della posta, il postino passerebbe di porta in porta con la sua motocicletta bianca e gialla. I venditori itineranti, passando lentamente su un furgone, urlerebbero la loro occasione speciale dai megafoni.
Se fosse un giorno di festa, amici e parenti arriverebbero a pranzo con vassoi di dolci e dai giardini si spanderebbe  il fumo delle grigliate e le voci allegre delle persone. Se fosse...
Però oggi è il dieci marzo duemilaventi e un Dpcm ci dice: Restate in casa! Lo dice a tutti gli italiani, ma in special modo agli anziani, e io, triste parola, sono anziana. Sono anche previdente, infatti resto a casa già da parecchi giorni. Mi trattengo dallo stropicciare mia nipote cinquenne e sbaciucchiare quella neonata, incontro mia figlia all'aperto, mentre immagino le famiglie divise improvvisamente dal muro tra le Berlino est e ovest.   Per un po' mi sono crogiolata nella pigrizia, poi ho fatto qualche lavoro casalingo, zapping televisivo, quarti d'ora di cyclette, rapide incursioni al supermercato nell'orario di pranzo. Ho letto cinque o sei libri, anche Viaggio al termine della notte di Cèline che, senza coronavirus, non avrei trovato il coraggio. Per sentirmi fortunata ho pensato ad Anna Frank nascosta in soffitta, e ho pensato al libro che vorrei scrivere. E leggo. E penso.
Penso che in tivù dovrebbero smettere di parlare del coronavirus, magari, far passare una scritta sotto con le notizie e gli avvertimenti, ma poi farti sentire contento di essere a casa, trasmettere film, giochi, documentari, lezioni d'arte e letture ad alta voce di bei libri, ma no, è tutto un ripetersi delle stesse notizie su tutti i canali. Un'ossessione! Anche il papa si affaccia alla finestra e ha la faccia congestionata, e si vede che sta male, avrà l'influenza; quella normale o quella speciale? Penso che dovrò uscire, tra poco, per fare la spesa, e che qualcuno, nonostante la mia attenzione, mi si appoggerà alla spalla e mi soffierà sul collo: tra il panico del Covid-19 e quello dell'ultimo cespo di lattuga, sceglierà la lattuga, e a me verrà voglia di dargli una gomitata nello stomaco per tenerlo distante. Allora penso di fare una passeggiata lungo il Sangone, non ci sarà nessuno, spero. Tutti noi, che frequentiamo quella pista, abbiamo pensato la stessa cosa, e ci troviamo a camminare  in fila indiana, non manca nessuno e se qualcuno sorpassa l'altro tratteniamo il respiro. Penso che siamo animali, a volte, troppo socievoli, e mi viene da ridere nel vedere gente che per salutarsi si tocca scarpa con scarpa. Ma è necessario, dico, hai il dono della parola, parla! Nella notte, a Torino, alcuni supermercati sono stati presi d'assalto, tutti in fila per entrare, così: vicini, vicini, solo un carrello a dividerli, perché la pancia grida più forte del coronavirus 19.
A proposito, sapete perché si chiama così: diciannove? Perché l'hanno scoperto lo scorso anno, non quindici giorni fa. Quindi, calma e gesso! Non soffiate sul collo!

 

 

Autore: Rossana Aletto
Data: 10 mar 2020