LA CARTOMANTE

Tresa si sistema lo scialle sulle spalle e infila la porta che dà sul cortile.
- Questa faccenda la devo sistemare, -  ripete quasi tra sé, affrettando il passo.
- Aspetta, vengo anch’io. Che bisogno c’è di correre? - dice Rosaria, rincorrendola.
- Tu sei scomunicata e non credi in niente, torna a casa! Puoi solo disturbare la riuscita della cosa.
Il tono stizzito di Tresa e l’occhiataccia che scocca alla figlia parlano chiaro.
- Ma’, sei tu troppo ingenua, credi pure a quello che non esiste, - risponde Rosaria, restandole appresso. Tresa si ferma e le punta l’indice contro.
- Se solo fai un sospiro ti butto fuori a calci. Parola mia!
Rosaria tace. Si fermano davanti alla porta di una piccola casetta, le nocche di Tresa battono decise sul legno.
- Arrivo, un momento… - dice una voce maschile dall’interno. Don Totò apre, accennando un inchino. - Venite pure avanti, mia moglie vi sta aspettando.
Intanto il suo sguardo, come bava di lumaca, si spande sulla ragazza.
- Quanto ti sei fatta bella, Rosaria… sei un bocciolo di rosa, beato chi ti coglie!
- Oh, ma che è ‘sta litania? La ragazza non è fiore per il vostro giardino. Avete capito?
- Per carità, signora Tresa, volevo solo fare un complimento… - L’uomo si inchina più vistosamente. - Lo sapete che sono un uomo di mondo e istruito.
- Come no! Lo so che avete fatto l’usciere al Comune ed eravate il cucchiaio di tutte le pentole… Ora vi dovete godere la pensione, e se posso dare un consiglio evitate le emozioni forti. Sapete com’è, alla nostra età.
Tresa ride sotto i baffi e a Don Totò i baffi bianchi tremano per la stizza.
Le due donne entrano in una piccola stanza, rischiarata appena da lumini accesi davanti a fotografie di defunti della cartomante. Sul tavolino c’è un lume a petrolio.
- Buongiorno, signora Carmelina.  
Tresa si leva lo scialle, scoprendo pochi capelli scuri e stopposi.
- Accomodatevi. Però non mi avevate detto che veniva anche Rosaria, - borbotta Carmelina.
- Lo sapete come sono le figlie… specialmente questa, è più testarda di un mulo.
Rosaria fissa con aria di sfida la faccia della cartomante, illuminata dal lume: sembra la strega di Biancaneve in persona, pensa con un brivido.
- Voglio sapere anch’io delle cose, per questo sono venuta qui, - dice spavalda, evitando di guardare gli occhi indagatori dell’anziana, che cercano di avvitarsi nei suoi.
- Ora basta, - interrompe Tresa, - facciamo ‘sta cosa, lo so che mi potete aiutare.
- Certo! Non è la prima volta che vi faccio le carte, - risponde la cartomante, passandosi le mani, dalle lunghe unghie ricurve, sul viso rugoso.
Rosaria non riesce a trattenersi.
- Le carte sono già fatte, casomai le leggete…
Le sue parole risuonano forti, nonostante le abbia sussurrate.
- Sedetevi e fate silenzio, se non volete che vi sbatta fuori - sibila la cartomante, sistemando i Tarocchi sulla tovaglia. - Ma prima devo levare il malocchio a vostra figlia, o la cosa non si può fare.
- Per me va bene, anzi ve lo volevo chiedere io, - dice Tresa, assentendo vistosamente.
- Non è il caso, – protesta Rosaria. – Non ho nessun malocchio! Magari facciamo un’altra volta…
Il calcio della madre sotto il tavolo la zittisce.
Carmelina prende una ciotola di ceramica con dentro acqua e olio; poi, veloce come un serpente, la sua mano scatta verso la testa della ragazza e le strappa qualche capello. Rosaria strilla, fa un salto indietro e si rovescia per terra, insieme alla sedia.
Don Totò si precipita allarmato nella stanza.
- Ma che è successo? Come ha fatto a cadere con tutta la sedia?
- Finiscila, e aiuta questa disgraziata ad alzarsi - ordina Carmelina. Il marito non se lo fa ripetere due volte ed è già con le mani sulla ragazza, che lo allontana con le braccia.
- Faccio da me, non mi toccate!
Tresa fissa la scena con occhi sgranati, senza riuscire a parlare.
- Siediti, Rosaria! Ora zitte! - intima Carmelina, mettendo i capelli nella ciotola e fissandone il contenuto, mentre lo agita con movimenti circolari.
- Finiamola con queste fesserie, – sbuffa la ragazza.
- Non sono fesserie, - la rimprovera la fattucchiera, - persone ben più furbe di te si sono dovute ricredere.
- O te lo fai togliere o te ne vai, – rincara Tresa.
- E va bene, ma io non ci credo, - ribatte la ragazza, contorcendosi come fosse seduta su una pianta di ficodindia.
La fattucchiera continua ad agitare energicamente la ciotola.
-Vedete? L’acqua non si miscela all’olio e i capelli si muovono come serpenti.
Chiude gli occhi e prende a recitare un’incomprensibile litania, infine si abbandona spossata, annunciando che il malocchio è stato tolto.
Tresa batte le mani e sospira di sollievo.
- Meno male… Ora, però, pensiamo alle cose importanti. Ve l’ho già detto degli spiriti… voglio sapere come devo fare, cosa è meglio fare.
Carmelina annuisce e gira la prima carta.
- Questo è l’appeso, indica un cambiamento, dice che il vecchio deve morire per creare il nuovo…
- È la divina provvidenza che mi guida! - La interrompe Tresa raggiante. - Devo scegliere il cambiamento… non posso più restare in quella casa piena di spiriti. Va bene per la festa dei morti, ma il troppo è troppo! Pensate, Carmelina, sono arrivati persino a mangiarmi una zuppiera di pasta e fagioli avanzata, che due sere fa avevo lasciato sul tavolo!
La faccia della cartomante è sbalordita. Tresa riprende convinta.
- Durante la notte mi ero alzata per fare un goccio d’acqua, sono passata in cucina e ho visto che la zuppiera era vuota.
- Davvero, dite?
- L’ha mangiata tuo figlio, il manciataro, - sbotta Rosaria. - Quello ha lo stomaco bucato, non gli si riempie mai!
- Non è vero! Io ho il sonno leggero, mi sveglia anche una piuma che cade: lo avrei sentito alzarsi, aprire la porta e mangiare, anche perché lui mangia col risucchio.
- Risucchia e grugnisce come un porco, – conferma Rosaria, storcendo la bocca in una smorfia di disgusto.
- Siete fortunata a sentirci ancora così bene, Tresa… io comincio a perdere qualche colpo, - lamenta Carmelina.
- Lo so che è una gran fortuna, ma qualche volta sarebbe meglio essere sordi, specialmente con i fantasmi…
- Proprio così, ma’. Sarebbe meglio, così non li sentiresti più.
- Sei la solita miscredente, Rosaria! Il fatto è che stanno diventando sempre più scostumati. Ieri sera, entrando in camera da letto, ho sentito una forte scoreggia e una risata. Mi si sono rizzati i capelli e tutti i peli che ho. Sono scappata urlando. Per fortuna che…
- Era tuo figlio, manciataro e anche vastaso, che ti ha fatto uno scherzo… L’ho visto uscire ridendo da sotto il letto, quel porco!
- Su, andiamo avanti, - esorta la cartomante, sbuffando e girando una carta. - Questo è il matto…
- Allora è in buona compagnia, - sussurra Rosaria, guardando la madre e sussultando per la risata che cerca di trattenere. La fattucchiera sprizza rabbia da tutti i pori.
- Queste sono cose serie, o la finite o la finisco io, e buonanotte ai suonatori!
- La scusasse a ‘sta malacreata. Mi facesse il piacere di andare avanti, signora Carmelina.
- E va bene, - concede la cartomante girando un’altra carta.
- La papessa. Ci suggerisce che l’istinto viene prima della ragione. Dovete seguire le indicazioni del cuore, perché con una forte intuizione si possono gestire bene le situazioni.
- Che bella notizia, e io che ho fatto in tutto questo tempo? Devo seguire il mio cuore e abbandonare la casa con i fantasmi.
Tresa è radiosa, sorride scoprendo denti gialli e consumati.
La cartomante gira ancora una carta.
- Ecco il papa, può rappresentare un matrimonio in vista, se mostrato a persone che hanno già rapporti consolidati…
- È proprio il mio caso, - salta su Rosaria. - Io e Bastiano siamo fidanzati di nascosto da sei mesi, e lui vuole sposarmi.
- Di questo ne parliamo a casa, - sibila Tresa, alzandosi e prendendo per il gomito la figlia.
- Grazie, signora Carmelina, mi avete aiutata tanto, anche stavolta.
Posa dei soldi sul tavolino e trascina fuori la figlia, mentre don Totò ne osserva le curve, perdendosi in ricordi lontani.
Fatti pochi passi, si pianta davanti alla ragazza e le molla uno schiaffone.
- Che cosa ti sei messa in testa? Vuoi rovinare il buon nome della famiglia?
Rosaria si massaggia la guancia infuocata.
-Cos’hai capito? Con Bastiano non abbiamo fatto niente di male…
Un altro schiaffone le colora l’altra guancia.
- Tu hai il barbaro coraggio di pensare che è niente vedere uno di nascosto? E per sei mesi? Di nascosto… Dove? Dov’è che vi incontrate?
Rosaria si massaggia le guance che sente ardere.
- Mamma… Bastiano è un bravo ragazzo e mi rispetta. Noi ci vogliamo sposare e se gli dico di sì viene anche subito a chiedervi la mia mano!
- Questo Bastiano è senz’arte né parte. Ancora va a scuola con tutti gli anni che ha… Come pensa di mantenerti?
- Fra pochi mesi si laurea, diventa professore e andrà a insegnare nelle scuole.
Tresa fissa un punto davanti a sé, rimuginando.
-Ci pensi, mamma, che avrai un genero importante?
- Facciamo le cose serie, come devono essere fatte, - dichiara la madre, severa. - Fallo venire stasera questo Bastiano…
Poi si avvia verso casa, nascondendo un sorriso.

Autore: Teresa Surdo
Data: 09 feb 2023