L'ILLOGICA ALLEGRIA
Le mani stringono il volante e la strada scivola sotto le ruote ma, me ne rendo conto solo ora, i miei pensieri coprono qualsiasi rumore. Se qualcuno mi chiedesse cosa passava la radio non saprei dirlo, ma nel momento in cui ritorno in me c'è Gaber. Non ho mai sentito questa canzone.
Da solo
lungo l'autostrada
alle prime luci del mattino...
Credo che questa canzone mi parli. Sono solo e questa autostrada, che va in direzione est, mi porta verso l'alba. In lontananza vedo la luce che comincia a schiarire l'ora più buia della notte e sorrido pensando a tutto questo come una metafora della mia vita di adesso.
...lo so
che tutto va in rovina
ma di mattina
quando la gente dorme
col suo normale malumore
mi può bastare un niente...
E' vero, mi basta un niente per ridere, o anche solo sorridere, da un po' di tempo a questa parte, anche se tutto è andato in rovina. Sono stato lasciato da mia moglie. Ho perso il lavoro. Ho anche venduto la casa solo per poter pagare il mutuo, prima di perdere tutto.
Però mi sento bene, leggero. Credo di essere felice e un po' ne ho paura.
E sto bene
sto bene come quando uno sogna
non lo so se mi conviene
ma sto bene, che vergogna.
Mi sono creato la mia infelicità negli anni, vivendo giorno per giorno, assecondando sempre i desideri degli altri.
Per primi i miei genitori; loro mi volevano laureato e io ho preso la laurea. Sono diventato ingegnere e, dopo un periodo di prova, sono entrato a lavorare in una piccola azienda che si occupava di progettare e costruire piccoli macchinari per lavorazioni automatiche. Quando è cominciata la crisi, il lavoro è andato scemando, fino a mancare del tutto. Per un certo periodo ci hanno aiutato con gli ammortizzatori sociali, ma sono finiti anche quelli.
Quando le cose andavano bene, ho conosciuto Rebecca. Ci siamo fidanzati poi sposati. Ho acconsentito a vivere come diceva lei: con il passare del tempo non ho più frequentato i miei amici ma solo le persone che le andavano a genio; ho cambiato modo di vestire; ho cambiato pettinatura e mi sono fatto crescere la barba; ho venduto anche la moto.
Ho creduto di non avere più giorni da vivere quando lei mi ha detto che tra di noi era finita. Semplicemente non mi amava più e alla mia richiesta di spiegazioni ha aggiunto che da qualche tempo si vedeva con un suo collega. Ho portato il materasso in tavernetta e mi sono trasferito a vivere lì.
È stato proprio nella tavernetta che è successo il cambio di prospettiva. Mentre sistemavo un po' di cose che mi sarebbero servite per i giorni a venire, mi sono tornati in mano gli scarponi, lo zaino, le ciaspole. Tutta la mia attrezzatura per andare in montagna era ferma in quell'armadio da più di dieci anni. È stato come rivedere il primo amore.
È come un'illogica allegria
di cui non so il motivo
non so che cosa sia.
È come se improvvisamente
mi fossi preso il diritto
di vivere il presente.
Ho risposto a un annuncio per prendere in gestione un rifugio in alta montagna e, tra tutti i pretendenti, sono stato scelto io.
Qualcuno ha detto che ogni crisi può diventare una opportunità. Io sto guidando verso l'alba in direzione di quell'opportunità.
Io sto bene...
Proprio ora, proprio qui.