EDITING DELLE POESIE
Da inesperta lettrice di poesie – non oserei definirmi scrittrice, anche se a volte ci provo – mi sono spesso chiesta se sia possibile fare l’editing di un testo poetico: togliere un aggettivo, cambiare una virgola, un termine, esattamente come si farebbe per un testo qualunque. O semplicemente limitarsi a qualche discreto consiglio… La poesia sembra essere – e in effetti è – qualcosa di molto personale, intimo, e perciò è particolarmente sensibile alle critiche e alle correzioni. Come si può cambiare una forma poetica che per il suo autore “parla” così com’è?
Forse la questione è proprio qui. A chi deve parlare la poesia? Solo al suo autore o a tutti? “Tutti” forse è troppo: diciamo, a un certo numero di persone…Il grande potere del linguaggio poetico non è forse quello di saper dire cose indicibili, e di farle sentire ad altri?
Ma per avere questo potere, la poesia deve avere una forma, oltre che un contenuto, e la forma si costruisce utilizzando tecniche che possono anche essere tradite, ma in modo consapevole.
In questo percorso di conoscenza e consapevolezza, il lavoro di editing – quindi di riflessione e riscrittura – è molto importante.
Forse il segreto – come per ogni genere di scrittura – è leggere di più: non tutti quelli che scrivono poesie hanno l’abitudine di leggere opere poetiche, soprattutto di poeti contemporanei. Inoltre si possono consultare guide e blog che parlano delle forme tradizionali e dei nuovi orientamenti del linguaggio poetico.
Ognuno, con gli strumenti adatti, può diventare editor di sé stesso.
Vi allego uno strumento che ho trovato chiaro e molto utile, fornito da Alessandra Racca. In questo testo, lei spiega che cosa guarda, quando legge la poesia di un allievo o di un autore esordiente, su che cosa basa il suo giudizio e gli eventuali consigli per migliorare la propria scrittura.
Se v’interessa, potremo parlarne insieme.