KARIBU NDUGU (Benvenuto)
Quando siamo partiti dal villaggio, quella notte, il cielo era una coperta all’incontrario, tutta blu e oro. I profumi dell’ibisco e delle bouganville mi solleticavano il naso tanto erano intensi. Il silenzio era di velluto, palpabile, la luna grandissima illuminava il sentiero. Tutti dormivano tranne noi. Per mano alla mamma che camminava spedita, non potevo far altro che guardare...
C’È MUSICA NELL’ARIA
Nell'aria c'è una musica, stamattina
riesco a coglierne qualche nota
tra un clacson impaziente
e la protesta di un cane
ma sale dal basso e riempie la casa
non conosco la melodia ma
s'insinua dentro e occupa la mente.
Le vibrazioni viaggiano i nervi
raggiungono, la colonna e il cervello
e riempiono le orecchie;
ne son pieni anche...
MADRE DI TUTTE LE MADRI
Ti ho incontrata
inchiodata a una sedia
spinta da estranei.
Lo stridore delle ruote
sull’asfalto ghiaioso
non copriva i suoni.
Sillabe straniere a
comporre parole sconosciute.
Poche domande mute
negli occhi smarriti.
Come cucciolo di cerbiatto
senza più la via di casa.
Ti ho incontrata
vestita di...
ADOLESCENZA
Occhi di fiordaliso
noi guardavamo il
biondo mare di spighe
il sole rosso fuoco
cosmico cuore pulsante
di un possibile dio
Neri pistilli di papaveri
seguivamo attenti
voli leggeri di farfalle
spirali improbabili
geometrie di calabroni
Schiene sulla terra
raggi sulla pelle
voci in movimento
noi a...
PADRE!
Non t'ho mai visto in vita così spesso
Trent'anni e solo grandine violenta
Comparivi nella mia placida estate
A scoppiarmi la vita e ferire gli sforzi
L'equilibrio faticato nella tua assenza
Turbavi appena sazia era la tua fame
Non ho mai visto così spesso
Alle fermate dei bus la tua divisa
Sospesa l'ansia mia col respiro
Ho seguito...
PASSEGGIATA LUNGOFIUME CON MONVISO
Mamma, che bello che è,
quel monte che abbraccio con gli occhi:
un disegno perfetto
di perle e d'ardesie.
Resiste ancora la neve
nel calore del maggio, e
vorrei fosse come quello francese
di gesti e di genti ribelli a gridare
nelle strade ferite.
Non è vero che il carattere
rispecchia la terra dove nasci.
Se fosse così,...
GLI INFERNOTTI (breve)
Nell’estate del 1962 Ester aveva dodici anni. In quel caldo pomeriggio fremeva d’impazienza. “Ciao ma’, vado da Giorgia” gridò, già sulla porta. Non sentì la risposta, stava già volando sulle scale, dalle soffitte al primo piano, dove suonò il campanello dell’avvocato Frullano. “Eccomi” disse Giorgia, uscendo e chiudendosi la porta alle spalle. “Hai preso le chiavi?”...
RISALIRE LA MONTAGNA
“Erano arrivati troppo tardi”, disse il medico. “O troppo presto”, pensò Enrico, dipendeva dai punti di vista.
Quel Natale aveva portato la prima neve nella vallata: ne era caduta molta, proprio la notte della vigilia. Nel paesino incuneato fra alte montagne, la vita si era fermata, la gente si era barricata in casa dopo aver scavato i sentieri indispensabili per raggiungere i...
MINNIE CHE CONQUISTA
Quando sei arrivata, la sera dell’Epifania, ci hai fatto una malia.
Con quello sguardo azzurro che più azzurro non si può, ci hai fatto diventare dei robot.
Eri piccola, buffa, tutta bianca e nocciola, quando sei arrivata abbiamo fatto la ola.
L’inverno ti ha tenuta in casa, al caldo, le nanne sulla stampante, ma tu eri sempre più pimpante.
I mesi sono passati,...
FÉLICITÉ
Interpretazione del personaggio di Félicité, da “Un cuore semplice” di Flaubert
Félicité è seduta nella vecchia poltrona di vimini, che un tempo usava la signora Aubain, davanti alla finestra della sua camera. Le grandi mani deformate dall'artrosi per il faticoso lavoro, ma che hanno anche saputo infondere conforto a figli non suoi, giacciono abbandonate in grembo....
CASE
case vere o finte
case accoglienti o case
come cose senza fuoco nè cuore
sguardi dall'alto o rasoterra
le cancellate i portici gli sterrati
e nuovi documenti
numeri alla porta
e sui colletti bianchi
consolazioni e maledizioni
distanze o solo stanze
svedesi o piemontesi
come di Biancaneve i nani
se le penso e le...
CASE
case vere o finte
case accoglienti o case
come cose senza fuoco nè cuore
sguardi dall'alto o rasoterra
le cancellate i portici gli sterrati
e nuovi documenti
numeri alla porta
e sui colletti bianchi
consolazioni e maledizioni
distanze o solo stanze
svedesi o piemontesi
come di Biancaneve i nani
se le penso e le...
TU E IO - IO E TE
Non ti aspettavi la mia richiesta di vederci, così sui due piedi, lo so.
So di aver interrotto la tua giornata.
Sono persino andata dal parrucchiere per incontrarti. Oggi non ho più la giovinezza dalla mia.
Mi ricordo di quando bastava una tua telefonata per farmi scattare. Jeans, maglione, clarks, la borsa di tela e di corsa verso l'ammore. Ci prendevamo in...
Capuleti e Montecchi
Quando Maddalena e Bartolomeo decisero di sposarsi, in casa di lei scoppiò il finimondo. Il padre era contrario e fu faticoso fargli cambiare idea; sua madre non aveva voce in capitolo e quindi tacque; i suoi fratelli e le sue sorelle si spaventarono a morte e quindi tacquero.
I Pecchio abitavano a Nichelino e avevano un'attività legata alla macina del grano. I Barbero abitavano a...
Quattro pesciolini rossi
La passeggiata lungo la spiaggia era poco frequentata, era un tranquillo martedì di maggio ed era normale che non ci fosse la gente delle feste.
Era bello camminare a lsole, lasciandosi accarezzare la fronte dal vento che arrivava dal mare, anche se doveva sistemarsi i capelli ogni due minuti e rimpiangere di non avere nemmeno una forcina nella borsa per addomesticare il ciuffo.
L'APINA VA (FORSE) IN CITTA'
Ecco, oggi aveva proprio voglia di divertirsi! Uffa che barba la natura… sì, non è che non le piacesse stare nel meraviglioso giardino: i profumi, i colori, l’aria pulita e poi i fiori, oh si i fiori, una moltitudine variopinta di fiori sui quali lei si posava golosamente più e più volte al giorno…
Però… aveva sentito dalla sua amica Vespa (si conoscevano fin da bambine,...
L’APINA VA (FORSE) IN CITTÀ
Ecco, oggi aveva proprio voglia di divertirsi! Uffa che barba la natura… sì, non è che non le piacesse stare nel meraviglioso giardino: i profumi, i colori, l’aria pulita e poi i fiori, oh si i fiori, una moltitudine variopinta di fiori sui quali lei si posava golosamente più e più volte al giorno. Però aveva sentito dalla sua amica Vespa (si conoscevano fin da bambine, volavano...
monastero degli orfani due
Quella mattina il vento sembrava investirli; non era freddo, ma Felicita ficcava il naso sempre più in giù, nelle pieghe della sciarpa stretta intorno al viso, per nascondere a Vittorio le sue lacrime: in quel cascinale lasciava i ricordi più belli, sapeva che non sarebbe mai più ritornata. Ci volle un giorno di treno per giungere al monastero. La signora che li accompagnava non le...
MONASTERO DEGLI ORFANI
Avevano avuto un’infanzia segnata dalla miseria e dall’emarginazione. La loro era una famiglia povera, e vivevano alla periferia di un piccolo paese, in una specie di cascinale abbandonato, che i loro genitori avevano occupato abusivamente, prima che Felicita e il fratello Victor venissero al mondo. Della prima infanzia, trascorsa tra i campi e gli animali che allevavano per avere un...
CELESTINA
Felicità non è avere tutto ciò che si desidera, ma desiderare tutto ciò che si ha. (Oscar Wilde)
La giornata di primavera, col leggero venticello che fa volare petali e soffioni, induce alle passeggiate. Parecchie signore si accompagnano chiacchierando, mentre cercano una panchina libera per riposarsi. Alcune si fermano, attratte da una strana fioritura...



